Quando ho scritto “Tutto procede come imprevisto. Il tunnel diventato ponte grazie a Gianna Beretta Molla” (Mimep Docete, 2020), libro che tratta i temi della maternità e dell’aborto, non avevo idea di quanto questo racconto avrebbe parlato proprio alla mia vita, dopo alcuni anni e tre aborti spontanei, di cui l’ultimo al quarto mese di gravidanza. 

Quando tutto in te chiama vita, e invece la vita non c’è più; quando da culla il tuo grembo si trasforma in sepolcro, qualcosa si spezza dentro e ti dici che nessuno, nessuno, nessuno… e per nessuna ragione deve causarsi da sé un simile dolore, una simile ferita. 

Oggi più che mai voglio testimoniare che ogni vita può essere accolta, anche nelle situazioni più difficili. Come società abbiamo il dovere di spianare la strada alle donne in difficoltà, invece di ergere muri, come accade alla mia protagonista.

Gaia, infatti, personaggio principale del romanzo, viene lasciata sola davanti a una gravidanza inattesa: anziché essere supportata, è caldamente invitata a porre fine a quella vita, dalle amiche e dalla sua famiglia. Ha 21 anni ed è sempre stata una ragazza seria e coscienziosa. Studia medicina e vive una relazione sentimentale stabile. Ha due sogni: diventare una brava dottoressa e formare una famiglia. Ad un tratto, però, ecco che il mondo le crolla addosso. Accade qualcosa, infatti, che pare mandare in frantumi tutti i suoi sogni…

Gaia si ritrova incinta senza averlo voluto, nel “momento sbagliato”, con la “persona sbagliata”. Quel figlio è frutto di un errore e teme che accoglierlo possa compromettere tutto il suo futuro. “Una breve operazione e tutto sarà come prima”, le suggerisce l’amica. “O abortisci, o non ti pagheremo più gli studi”, minaccia la mamma.

Gaia è divisa, distrutta: da sempre pro-life convinta, crede che in lei ci sia già una vita, qualcuno che merita di essere accolto, anche se non sa da dove cominciare per dire un “sì” che le costerebbe troppo. Non riesce a mettere in discussione tutto per diventare mamma, proprio in quel momento, proprio in quel modo. Eppure, nel momento più buio della sua storia, nel bel mezzo di un attacco di panico in ospedale, farà un incontro che le cambierà la vita…Grazie a questa persona, a poco a poco, Gaia arriverà a rileggere in modo diverso la sua situazione. 

In maniera “provvidenziale” entrerà nella sua vita anche Santa Gianna Beretta Molla (la prima santa mamma dei tempi moderni, canonizzata nel 2004), la quale, per dare alla luce la sua quarta bambina (donna che oggi è ancora in vita e si chiama Gianna Emanuela Molla), ha scelto di non curare un fibroma sorto nell’utero, andando così incontro alla morte.

Potete trovare il continuo della storia di Gianna e di Gaia in questa altra pagina.

Cecilia Galatolo

“Tutto procede come imprevisto”, lo potrete trovare qui.

Altri articoli sui santi che si nascondono nelle nostre vite, sono in questa rubrica.

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