Avevamo lasciato, Gaia, protagonista del romanzo “Tutto procede imprevisto“, in uno dei momenti più bui della sua vita: in ospedale, nel bel mezzo di un attacco di panico, davanti ad una scelta drammatica. In questo buio, però, si accende una luce, un incontro anche esso imprevisto, incontra Gianna.

Gianna, sposata con l’ingegnere Pietro Molla, era una pediatra amorevole e una mamma dedita, quando, nel settembre 1961, verso il termine del secondo mese di gravidanza, è raggiunta dalla sofferenza e dal mistero del dolore; insorge un fibroma all’utero che, se non curato, può condurla alla morte. Prima del necessario intervento operatorio, pur sapendo il rischio che avrebbe comportato il continuare la gravidanza, supplica il chirurgo di salvare la vita che porta in grembo e si affida alla preghiera e alla Provvidenza. La vita è salva, ringrazia il Signore e trascorre i sette mesi che la separano dal parto con grande forza d’animo.

Alcuni giorni prima del parto si rivela pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura: «Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate lui». Il mattino del 21 aprile 1962, dà alla luce Gianna Emanuela e il mattino del 28 aprile, nonostante tutti gli sforzi e le cure per salvare entrambe le vite, tra indicibili dolori, dopo aver ripetuto la preghiera «Gesù ti amo, Gesù ti amo», muore.

La figlia, Gianna Emanuela, che ho avuto il dono di conoscere personalmente, sa di essere il frutto di una scelta eroica e ogni mattina, la prima cosa che fa, è ringraziare per aver avuto la possibilità di vivere… 

Gianna non ha deciso di morire, amava tantissimo la vita, ma proprio per questo non voleva fare assolutamente nulla per interrompere quella di un altro, tanto più se l’altro era il suo bambino e poteva vivere solo grazie a lei. Gianna ha scelto la vita, senza “se” e senza “ma”, certa che la sua esistenza non sarebbe finita con la morte, perché nutriva grande speranza nella vita eterna promessa da Gesù.

La protagonista del romanzo rimane così affascinata da questa figura che trova in sé un coraggio che non pensava di avere ed esce vittoriosa dal momento più difficile della sua vita.

Chissà quante Gaia ci saranno al mondo, in questo momento, in cerca di forza e di risposte. In cerca di qualcuno che le rassicuri, che dica loro “Puoi dire sì a questa vita…”

Per ogni Gaia Gianna ha un messaggio di speranza: affidati alla Provvidenza di Dio e sarai felice. Perché Dio ti ama e si prende cura di te. Apri le tue mani a Lui. Entra in chiesa, mettiti in silenzio davanti al tabernacolo, parla con Gesù, coinvolgilo nelle tue difficoltà e vedrai prodigi.

Anche per tutte le donne che hanno subito un aborto senza volerlo Dio c’è e vuole asciugare le loro lacrime. Lo so, perché l’ha fatto con me, ogni volta; lo so perché mi ha mostrato concretamente, proprio davanti al mistero inspiegabile che è la morte di un figlio, che esiste la resurrezione e che se moriamo in Lui, con Lui torneremo anche a vivere.

Cecilia Galatolo

(L’inizio del racconto è in questa pagina: “Tutto procede come imprevisto – I parte”)

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