Il grido del salmista alla ricerca del Volto del Signore mi sembra il miglior incipit per questo Vangelo pasquale. Dopo l’ultima apparizione, oggi il Risorto ci viene incontro con un’immagine potente: “Io sono il buon pastore”.

Nel tempo ho probabilmente intuito un fatto: uno dei tentativi più subdoli del “nemico” è quello di deformare il nostro volto e – ancora prima il Volto di Dio. Chi presterebbe ascolto ad un Dio giudice, ad un Dio crudele? Immagino nessuno, davanti ad un Dio così ci rimane in mano solo la paura se non il terrore.

Rimedio a questo veleno è la contemplazione del vero Volto di Dio.

Nel brano evangelico odierno non mancano i tratti di questo bellissimo Volto ma un’illustrazione ancora più mirabile e commovente è quella che tratteggia Ezechiele profeta:

“Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia” (Ez 34, 15 – 16).

Avete letto con attenzione i verbi di “cura” del Cristo? Chi sono le pecore se non noi, suoi amati?

Non serve andare oltre, leggiamo e rileggiamo questi verbi, facciamoli cadere come gocce di Grazia sul nostro cuore chiuso ed impaurito perché Lui è il “Buon Pastore”, non è un mercenario, Lui da la Vita alle sue pecore. Questi verbi a poco a poco rischiareranno il suo Volto adorato.

Paride

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