La preghiera di Giuditta

Giuditta comincia a pregare. Anche in questo caso ha molto da insegnarci. Un’amica una volta mi ha detto: “Bene, la preghiera va programmata, non la puoi lasciare al caso”. Quanto è vero! C’è un modo, un tempo, un luogo da programmare tutti i giorni per incontrare Cristo nella preghiera.

«Allora Giuditta cadde con la faccia a terra, sparse cenere sul capo, mise allo scoperto il cilicio di cui era rivestita e, nell’ora in cui nel tempio di Dio a Gerusalemme veniva offerto l’incenso della sera supplicò a gran voce il Signore». (Gdt 9, 1)

Mettersi a pregare significa innanzi tutto essere se stessi alla presenza di Dio, senza maschere, senza discorsoni sofisticati. Davanti a Lui, così come sei, anche in silenzio, con tutte le fatiche e gli irrisolti che ti porti dentro.

Il prostrarsi a terra di Giuditta, il cospargersi il capo di polvere, il vestire di cilicio, sono preziosi segni esteriori di un atteggiamento interiore del cuore. Mi fanno pensare alla premura che Giuditta ci mette nel creare l’occasione, l’atmosfera per poter pregare bene. Proprio come accade tra innamorati o tra amici: è anche grazie all’attenzione per i dettagli che la relazione cresce, si costruisce piano piano. Giuditta concretizza l’amore nei confronti di Dio anche attraverso questi gesti corporei che sembra vogliano dire: “Tu, oh Dio, sei il mio Tutto ed io sono il Tuo niente”.

Piccole premure nella preghiera che possiamo paragonare a quelle che abbiamo quando accogliamo in casa una persona cara e ci preoccupiamo che tutto sia apposto, ordinato e che anche il nostro corpo lo sia! Nella preghiera vale lo stesso, se non di più, perché ricordiamocelo sempre: non si prega solo con la testa e il cuore, si prega anche con il corpo!

Foto di Tima Miroshnichenko da Pexels.

Un tempo e un luogo

Giuditta si sceglie un luogo ‘suo’ per pregare, un posto che è casa, in cui poter stare tranquilla, indisturbata, sola con Dio.

Diceva don Fabio Rosini in un video che ho ascoltato un anno fa: “Quando preghi entra nella tua stanza, chiudi la porta: cioè taglia le relazioni perché ci sono cose che richiedono la solitudine, non si può fare tutto insieme agli altri – eppure tutto si fa in funzione del saper stare con gli altri… Ce l’hai un segreto con Gesù Cristo? Qualcosa che sai solo tu e Lui? Quando inizi a farti dei segreti con Gesù Cristo, inizi a sapere cos’è il Cielo. […] Un pezzo dei nostri atti d’amore deve averlo, deve tenerlo Cristo”.

Come Giuditta anche noi siamo chiamati a sceglierci non solo un luogo, ma anche un tempo quotidiano da “perdere” per pregare. Questa donna sceglie un tempo comunitario. Un tempo in cui altri fratelli e sorelle, pur geograficamente distanti, pregano profondamente uniti. Anche la Chiesa ci suggerisce tempi, momenti della giornata in cui fermarci e pregare in comunione gli uni con gli altri, per ricordarci che se da un lato abbiamo ciascuno il proprio corpo, dall’altro, insieme, per Grazia di Dio, formiamo un Solo Mistico Corpo.

Buona ed intensa estate di preghiera!

E per chi volesse recuperare le puntate precedenti su Giuditta, vi lascio in ordine di successione i link di riferimento:

Aspettando Giuditta…

Giuditta, stella in mezzo al buio

Il discorso di Giuditta (I): cuore, pensieri, disegni di Dio

Il discorso di Giuditta (II): l’arte di correggerci

Il discorso di Giuditta (III): l’arte di dire ‘grazie’

Giuditta e Maria Laura: eroine sintonizzate con Dio


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